mercoledì 11 agosto 2010

martedì 10 agosto 2010

I BAU' IN FESTA


Lo sforzo organizzativo degli abitanti di Stoccareddo per accogliere più di 1000 Baù per l’8° Raduno-Meeting di sabato 31 luglio e domenica 1° agosto è stato premiato da due splendide giornate di sole.

I tanti Baù arrivati dall’estero nei giorni precedenti hanno trovato alloggio negli alberghi di Gallio, Foza ed Asiago.

I Baù “francesi” erano tantissimi ma non mancavano i belgi, i tedeschi, i norvegesi, i canadesi e i brasiliani.

Particolarmente commovente l’incontro con una famiglia brasiliana arrivata dalla città di Santa Maria del Rio Grande do Sul. I tre fratelli Paulo, Airton e Claiton sono arrivati con il papà Edasir che tanto sperava di vedere la terra delle origini della famiglia, qui era nato suo nonno Attilio. Straordinario il suo parlare veneto che aveva imparato dai nonni da bambino. Paulo uno dei tre fratelli, tutti laureati in medicina, aveva conosciuto il “nostro” primario Dott. Costacurta durante un meeting –medico a Santa Maria.

Domenica 1° agosto Stoccareddo si sveglia al suono della Banda Musicale di Vivaro-Dueville preceduta dalle bellissime majorette con una sfilata per le vie del paese e intrattenimento nella piazza affollata di Baù che intanto arrivano da tutto il Veneto, dalla Lombardia, dal Piemonte, dall’Emilia Romagna e dal Friuli. I gruppi più numerosi arrivano dal varesotto, da Taglio di Po, da San Bonifacio, da Marostica, da Mantova, da Vicenza, da Este-Monselice, ecc.

Dopo la cerimonia, voluta dal locale Gruppo Alpini, della posa di una corona al Monumento ai Caduti anche per ricordare i tanti Baù, emigrati nei cinque continenti, che non sono più tornati, è seguita la Santa Messa nella bella parrocchiale che non riusciva a contenere tutti. Santa Messa officiata da don Gino Baù, il più giovane dei preti Baù, insieme al nostro parroco don Lauderio

Dal Bianco. Particolarmente sentito il saluto arrivato dall’Africa da Suor Elisa Baù che opera in Guinea Bissau che può considerarsi un documento base per capire il Raduno di una Grande Famiglia.

…”Il ritrovarci “insieme” fisicamente o spiritualmente, diviene, per ciascuno di noi come un IMPEGNO a consolidare le nostri radici, a fortificare la nostra amicizia e fraternità. Avere uno stesso cognome ci ricorda che veniamo tutti dallo stesso ceppo e, come dicono qui in Africa: “ Non possiamo perdere ciò che caratterizza il nostro volto, cioè la nostra identità familiare!”

Il ritrovarci con un impegno a trasmettere ai nostri giovani la saggezza del comprendere la differenza da ciò che è essenziale (che non possiamo perdere) da ciò che è relativo (passeggero, non strettamente importante) ossia i Valori umani e cristiani: fede, rispetto, laboriosità, onestà e solidarietà che portiamo in noi come un DNA ereditato dai nostri genitori e nonni…”.

Alla fine della S.Messa c’è stato il saluto ai Baù di Carlo Baù, presidente della Polisportiva 2000, di Don Lauderio, del Sindaco Pino Rossi e di Matteo Dal Pozzo a nome dell’Ente Vicentini nel Mondo.

La festa è poi continuata nel Palatenda dove sono stati serviti quasi 900 pasti in meno di due ore grazie all’impegno di tantissimi volontari guidati in cucina dalla veterana Silvella Baù.

Particolarmente apprezzato il Gruppo Folcloristico bassanese I CANFIN che ha reso l’incontro una festa popolare.

Non sono mancati i momenti di commozione alla consegna di ricordi:

a Don Gino Baù, a Thomas Baù (germania) ed alla famiglia Baù brasiliana sono state donate tre madonnine cimbre dello scultore Pino Baù;

a Mario Baù (cent’anni ), alla giovane Federica Baù (attrice), a Luciano Baù (Ugine), agli assessori regionali veneto Elena Donazzan e Roberto Ciambetti sono stati donati gli “orologi ricordo” dell’8° Raduno Int.le dei Baù.

Apprezzati ed applauditi gli interventi-testimonianza di vari Baù e i saluti del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia portati dai due assessori regionali vicentini presenti.

Alla sera la festa è continuata, fino a tardi con i Baù più resistenti, ancora con musica, canti e balli proposti dall’orchestra “I Cavalieri del Liscio”.


Amerigo Baù

mercoledì 4 agosto 2010

lunedì 2 agosto 2010

COMUNICATO STAMPA


In questi giorni molti avranno avuto modo di vedere Gallio vestita di bandiere azzurre con un nuovo simbolo grafico: il Gallo Cedrone.

Si tratta di un marchio nato nell'ambito di un progetto che prevede la costruzione di un'impianto di arroccamento che dal centro di Gallio porta sul monte Ongara, un'opera ambiziosa che intende rappresentare un primo passo verso la realizzazione di un'ampio comprensorio sciistico esteso oltre i confini comunali.

Questo desiderio comune di valorizzare le potenzialità turistiche del territorio ha portato successivamente alla decisione di estendere l'utilizzo di questo marchio all'intera promozione turistica del Comune di Gallio.
Un marchio quindi con precise finalità che non intende sostituirsi allo storico Stemma Comunale.

L'Amministrazione Comunale intende seguire un percorso già da tempo avviato da altre località turistiche; si pensi ad esempio all'importanza che riveste nella percezione collettiva il simbolo dello scoiattolo per Cortina d'Ampezzo, che nel proprio Stemma Comunale ha la Torre.

Le bandiere esposte sono uno tra gli strumenti che il Comune ha messo in campo per questa estate; altri gadget saranno T-shirt, Polo, Cappellini, Felpe, Borracce (in co-branding con la svizzera Sigg) tutti acquistabili presso l'Ufficio Turistico e i negozi del centro.

La scelta dell'urogallo come simbolo del territorio, è stata ispirata dalle ampie zone di conifere che hanno da sempre garantito la presenza di questo imponente volatile, e dal fatto che è il più nobile fra tutti i tetranoidi, toponomasticamente associato a Gallio (stemma parlante) e rappresenta uno dei maggiori simboli della cultura venatoria del territorio.

Un segno grafico di forte impatto che per immediatezza e semplicità di memorizzazione rivela una maggiore attitudine turistica rispetto allo stemma comunale.

I colori, azzurro e oro, sono stati ripresi dall'antico Stemma Comunale nel quale, è doveroso ricordarlo, il rosso porpora (capo littorio) fù aggiunto solo in epoca fascista (Regio Decreto del 7 Settembre 1933) e mai più tolto, come hanno fatto altri comuni, dopo la soppressione a seguito del D.L.L. 26 Ottobre 1944.